Il senso del fallimento nella procreazione medicalmente assistita

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Il fallimento di un ciclo di fecondazione assistita rappresenta spesso il momento più doloroso nel vissuto di una coppia.

Come gestire il fallimento di un ciclo di PMA

Oltre alla perdita di fiducia nei confronti della tecnica e alla paura di non riuscire a realizzare il desiderio di genitorialità  che diventa più intensa, può accadere che ciascuno dei due partner riviva alcune delle emozioni già sperimentate prima e dopo la diagnosi di infertilità: rabbia, sconforto, tristezza, delusione, senso di colpa. A questi vissuti, che sono assolutamente normali e che accompagnano il senso di perdita conseguente al fallimento di un ciclo, si aggiunge per molti la difficoltà nel gestire le relazioni con l’esterno; molte coppie non sanno come comunicare la notizia ad amici e familiari, c’è chi sente il bisogno di essere supportato, ma teme di “subire” frasi, commenti o tentativi di approccio non adeguati  in un momento in cui ci sente già molto fragili. Alcune coppie  reagiscono a questa fase riattivandosi subito per iniziare un nuovo ciclo, altre sono talmente congelate dal dolore che non sanno come procedere.

Come affrontare questo momento

Un primo aspetto utile per affrontare questo momento è capire che qualsiasi emozione negativa provata è assolutamente normale ed è molto importante attraversarla, che sia semplicemente nominarla, scriverla, condividerla o viverla, questo è l’unico modo che permette nel tempo di alleviarle e di poter poi andare avanti. Questa fase chiaramente richiede del “tempo”, tempo che non deve essere vissuto con l’ansia e l’urgenza di dover decidere come proseguire, ma come un spazio necessario che possa permettere alla coppia di decomprimere emotivamente ciò che sta vivendo per poterlo poi superare e capire come proseguire.
Un secondo aspetto che può essere utile è provare a valutare l’insuccesso non in termini assoluti, ma provare ad osservarlo da un’angolatura differente, soffermandosi anche su alcuni aspetti che possano essere riconsiderati in un’ottica più positiva (alcune fasi del percorso, la scoperta di alcune risorse personali o di coppia che si pensava di non possedere o semplicemente che ci si era disabituati a vedere).
Un terzo aspetto è che poi ciascun partner sia consapevole del fatto  che il coniuge  proprio perchè dotato di una sua personalità, ha uno stile personale e un proprio tempo di elaborazione per far fronte al dolore, accettare questo, aiuta a prevenire eventuali malinterpretazioni che possono generare un clima di tensione.

Consiglio

Aver cura del proprio legame e sapersi mettere in ascolto dell’altro, in un modo non giudicante cercando di comprendere il significato che ciascuno dei due stia dando al  fallimento, è l’unica strada giusta per comprendere quale delle alternative percorribili sia la più funzionale.

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