L’alimentazione può aiutare a curare la sindrome da ovaio policistico?

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Numerosi studi dimostrano come un regime dietetico specifico per la paziente PCOS, determini un miglioramento dell’insulino-resistenza tale da ripristinare, nella maggior parte dei casi, un ciclo ovulatorio regolare.

Un regime alimentare specifico in questi pazienti può agire su più fronti:

– migliorare la resistenza all’insulina;

– migliorare le funzioni metaboliche;

– migliorare le funzioni riproduttive (nel caso di donne obese è stato dimostrato che anche una riduzione relativamente bassa del peso nell’ordine del ≈5%, può migliorare problemi come l’insulino-resistenza, alti livelli di androgeni, disfunzioni del sistema riproduttivo e fertilità (PMID1559293).

Nelle pazienti PCOS il regime alimentare deve essere:

– A BASSO CARICO GLICEMICO: l’aspetto più importante del regime alimentare per le pazienti PCOS è senza dubbio il carico glicemico dei pasti (PMID: 9020271), che non vuol dire semplicemente consumare cibi a basso indice glicemico! Consumare cibi a basso indice glicemico non sempre vuol dire tenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue perché questo non dipende solo dal tipo di alimento, ma anche e soprattutto dalle sue quantità. Ad esempio, incide in modo molto più negativo sulla glicemia un cibo a basso o medio indice glicemico consumato in grandi quantità, rispetto a un cibo ad alto indice glicemico ma consumato in quantità esigue, aggiungendo una componente di fibra come le verdure e/o di grassi “buoni” come l’olio extravergine e/o proteine (carne, pesce o legumi) avremo una conseguente diminuzione del carico glicemico.

– ANTINFIAMMATORIO: recenti studi che dimostrano un legame tra disregolazione immunitaria, ormoni e PCOS. In particolare, gli elevati livelli di estrogeni e androgeni possono causare una stimolazione persistente del sistema immunitario in queste pazienti, portando ad un aumento delle cellule proinfiammatorie e una diminuizione delle cellule anti-infiammatorie. Lo squilibrio del microambiente immunitario di conseguenza può generare la produzione di autoanticorpi ed innescare malattie autoimmuni. Inoltre, lo stato infiammatorio cronico che si genera andrà ad influenzare negativamente la follicologenesi (PMID: 32256193).

Quali alimenti eliminare, ridurre e quali invece prediligere?

Cosa eliminare:

– zuccheri e prodotti raffinati (es. dolci o biscotti industiali);

– caffè;

– alcool;

– alimenti contenenti grassi saturi;

– cibi fritti industiali;

Cosa ridurre:

– farine bianche;

– pane bianco;

– carne rossa, perché favorisce le prostaglandine negative che causano infiammazione. Inoltre possono contenere dosi elevate di inquinanti ambientali;

– latticini, perché possono contribuire alla stimolazione della produzione di prostaglandine PGE2 e PGF2a, responsabili di alcuni processi infiammatori e perché hanno un alto indice insulinemico.

Cosa prediligere:

– consumo di omega 3, perchè favoriscono la produzione della prostaglandina PGE1 che riduce il livello di infiammazione

– consumo di fibre;

– consumo di legumi;

– frutta a basso indice glicemico e con proprietà antiossidanti (in generale tutti i frutti rossi es. frutti di bosco, mirtilli, etc.), mai sola lontano dai pasti;

– cottura al dente di pasta e riso (la pasta scotta ha un indice glicemico più alto) consumare i carboidrati come pasta o ricco sempre in combinazione con verdure (fibre) e/o grassi buoni (es. l’olio EVO) e/o proteine (carne, pesce, legumi) in modo da abbassare il carico glicemico complessivo del pasto (es. pasta sempre saltata in padella con olio EVO e verdure);

– prediligere l’impiego del pane di segale nero;

– spezie dalle proprietà ipoglicemizzantI e infiammatorie come la curcuma e la cannella (PMID: 29206254, PMID: 22107597, PMID: 30379170, );

– impiego dell’aglio, anche solo schiacciato e lasciato soffriggere per pochi minuti in olio EVO, dalle notevoli proprietà ipoglicemizzanti e antinfiammatorie (PMID: 24664286; PMID: 30704060) .

 

Per maggiori info sulla sindrome da ovaio policistico: che cos’è, come si manifesta, la diagnosi, come si cura, gli effetti sulla fertilità, clicca QUI


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