Esiste la cicogna? Come parlarne ai bambini

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Quando si tratta di affrontare con i bambini argomenti come la sessualità, il concepimento e la nascita, il rischio più grande è spesso quello di parlare troppo, con imbarazzo e usando termini troppo tecnici.

“Capita così – spiega Federica Faustini psicologa e psicoterapeuta del centro B-Woman – che i bambini finiscano col ricevere più informazioni di quante ne possano recepire e soprattutto che i bambini prendano le informazioni ricevute (a causa delle loro fantasie interne) in modo completamente differente da quanto l’adulto intendeva dire, creandosi una visione tutta loro dei fatti; a questo punto i bambini sembrano soddisfatti dalle risposte e smettono di chiedere oltre, lasciando che l’equivoco persista e si autoalimenti dentro di loro”.

Trovare le parole giuste per ogni fascia di età

“È utile invece parlare – continua la Dr.ssa Faustini – del concepimento ai bambini fornendo informazioni adatte al loro livello di sviluppo. Di solito si chiede raramente ai bambini cosa loro pensino mentre ci si preoccupa solo di quello che si dice in quanto genitori: in questo modo però non è possibile rendersi conto di come la loro capacità di analisi cambi in relazione alle differenti età.

Suddividere la comunicazione in base a sei differenti livelli di maturità

“Nell’ambito delle ricerche condotte negli anni settanta da Anne C. Bernstein e Philip A. Cowan presso la Berkley University, fu messa a punto un’intervista pratica che consisteva nel chiedere ai bambini “Come fa la gente ad avere bambini?”.
Nelle ricerche di Anne Bernstein le risposte dei bambini corrispondevano all’incirca a sei differenti livelli di maturità, mettendo in luce una importante sequenza evolutiva. Le differenze tra un livello e quello successivo rifletterebbero un mutamento nelle strategie per la soluzione dei problemi: sarebbe la struttura della risposta e non il suo contenuto a distinguere un livello da un altro”.

Primo livello 3-4 anni: Geografia. Alla domanda “Come fa la gente ad avere bambini?” i più piccoli, di solito di tre-quattro anni, rispondono come se fosse una questione topologica. Per loro il bambino è sempre esistito ed il problema reale è dove si trovasse prima. È un problema di luogo. Prima della pancia della mamma era da un’altra parte, spesso in un’altra pancia. Questi bambini hanno la credenza che loro stessi e le persone che conoscono siano sempre esistiti.

Secondo livello 8-10 anni: Artificialismo. Generalmente i bambini raggiungono questo livello tra i quattro e gli otto anni e iniziano a realizzare che se non sono sempre esistiti devono essere stati creati. In questa fase si crede che i bambini vengano fabbricati come se fossero degli elettrodomestici. Se non sono sempre esistiti, allora devono essere stati costruiti da qualcuno. A questo livello iniziano anche a comprendere che sono necessari un uomo e una donna per fare un bambino, ciò che però risulta ancora poco chiaro è il ruolo rivestito da entrambi.

Terzo livello 5-10 anni: Transizione. I bambini a questo livello (generalmente tra i cinque e i dieci) spiegano la procreazione con un misto di tecnica e fisiologia ma cercano di non uscire dall’ambito di operazioni che siano tecnicamente realizzabili: sanno che il papà e la mamma non possono aprirsi e chiudersi la pancia, ma possono presumere che il concepimento sia impossibile senza il matrimonio, oppure accettare del tutto letteralmente la spiegazione dei genitori che il concepimento è come “piantare un seme”. Il bambino a questo livello crede ancora che il mondo della natura sia vivo e parla delle cose animate e inanimate come se avessero una volontà e agissero deliberatamente. I bambini del terzo livello possono sapere che per fare un bambino ci vogliono tre ingredienti: relazioni sociali come l’amore e il matrimonio, il rapporto sessuale e l’unione di sperma e ovulo. La loro capacità di combinare questi fattori in un insieme coerente è però limitata. Durante questo periodo di transizione i bambini sono spesso consapevoli che le loro spiegazioni sono insufficienti.

Quarto livello 8-12 anni: Fisiologia Concreta. I bambini a questo livello trovano soprattutto spiegazioni fisiologiche. Questi ultimi ora possono pensare in termini logici su oggetti e persone, considerano passato, presente e futuro e comprendono l’idea di causa ed effetto. Per quanto conoscano i fatti fisici della vita, i bambini del quarto livello non capiscono perché il materiale genetico si debba unire per dare inizio a una nuova vita. Ad esempio una bambina a questo livello risponde: “L’uomo e la donna vanno insieme, allora l’uomo ha il seme e la donna ha un uovo. Devono andare insieme, sennò il bambino non è covato tanto bene. Il seme fa crescere l’uovo. È proprio come le piante: se si pianta un seme, cresce un fiore”. Questa bambina sa che il rapporto sessuale è il mezzo per unire il seme e l’uovo e anche che per creare una nuova vita ci vuole l’uno e l’altro, ma non ha una chiara idea del perché, né cerca di trovare una soluzione col ragionamento.

Quinto livello 10-13 anni: Preformazione. A questo livello (10-13 anni) i ragazzi tentano almeno di spiegare la necessità dell’unione di spermatozoo e uovo, ma per lo più insistono sull’idea che il bambino è già preformato in una delle cellule germinali. Questi bambini, nello studio di Berkley, in genere avevano undici anni e sembravano ripetere la storia dell’embriologia: credono che una sola cellula (per alcuni è l’uovo, per altri lo spermatozoo) si porti dentro un uomo in miniatura. A differenza dei bambini piccoli di tre e quattro anni, i ragazzi del quinto livello inseriscono in questa nozione una complessa teoria di causalità. Nello studio tutti i ragazzi accennavano alla sessualità e al rapporto sessuale. Comprendere questo livello può aiutare i genitori a sostenere i propri figli nel cominciare a mettere tutti i pezzi insieme, iniziando dal comprendere che la vita si crea dall’unione di un seme e di un’ovocita e di un ambiente gestazionale.

Sesto livello dai 12 anni in su: Causalità Fisica. Verso i dodici anni i ragazzi iniziano a mettere insieme tutti gli elementi: danno spiegazioni esclusivamente fisiche del concepimento e della nascita e si rendono conto che entrambi i genitori danno un contributo di materiale genetico all’embrione”.

Come capire a che livello si trova il bambino?

“Per individuare il livello di comprensione del bambino – prosegue la psicologa –  è sufficiente porre domande che sollecitino quest’ultimo a esprimere le sue credenze, ad esempio: Come fa la gente ad avere i bambini? Come fanno le mamme a diventare mamme? Come ha fatto il tuo papà a diventare papà?” Importante è non sommergere il bambino di informazioni.
I genitori possono usare la curiosità del bimbo come guida per decidere la quantità di particolari che è pronto ad assimilare. È sempre importante tenere presente che i bambini non sono degli adulti in miniatura e non pensano come gli adulti, pertanto è necessario scoprire in che modo i bambini recepiscono, adattano e distorcono le informazioni per poter poi parlare loro del sesso in una maniera che non li porti a creare delle inutili e confuse spiegazioni sulle origini della vita.
Al terzo livello, ad esempio, si può chiarire che l’amore di mamma e papà non basta da solo a far nascere i bambini e che è necessaria l’unione di spermatozoo e cellula uovo.
Al quarto e quinto livello, invece, può essere importante spiegare che il bambino comincia ad esistere solo quando lo spermatozoo e l’uovo si incontrano e si fondono e che i semi della vita provengono da entrambi i genitori, dai quali il piccolo eredita le sue caratteristiche fisiche.

Come si può spiegare l’ereditarietà?

Un buon modo per spiegare l’ereditarietà, conclude la Dr.ssa Faustini, è quello di farlo in termini di informazioni: si può dire che spermatozoo e uovo contengono entrambi un codice di informazioni, accennando ai lineamenti del viso, al colore degli occhi, dei capelli e della pelle. È altrettanto importante sottolineare che né lo spermatozoo né l’uovo hanno l’intero codice finché non si uniscono, mentre insieme completano il messaggio, per svilupparsi in un bambino che è figlio di una particolare coppia di genitori.

 


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