
La decisione di avere un bambino inizia spesso con un atteggiamento di vera e propria apertura alla vita. Slancio, entusiasmo e fiducia caratterizzano generalmente i primi tentativi di ricerca della gravidanza.
“Quando però dopo tre, quattro mesi, il test è ancora negativo, iniziano le prime paure. Paure che per qualcuno – soprattutto le donne – si trasformano presto in ansia da concepimento afferma la psicologa e psicoterapeuta del centro B-Woman Federica Faustini. Quando l’ansia prende il sopravvento, continua la psicologa, si uniscono poi anche i pensieri negativi e a volte ci si sente in colpa per non averci “ pensato prima”. Si teme così che sia troppo tardi, oppure ci si confronta al negativo con chi intorno, sembra avercela fatta in poco tempo. Le donne sembrano “captare” intorno a se, solo pance o annunci di gravidanza, colpa del cervello che settato sul confronto al negativo filtra solo certe situazioni, escludendone altre: “tutti ci riescono facilmente e noi no”.
Anche la sessualità si trasforma in un’ansia da concepimento
“Questa modalità poi – continua la dottoressa – può condizionare altre aree della vita come ad esempio la sessualità. Se il desiderio e il pensiero del figlio diventa un’ossessione, chiaramente l’ansia e la pressione del tempo trasformano una sessualità piacevole e spontanea in un compito da assolvere. La sessualità assume le note di un’ansia da concepimento, soprattutto per l’uomo che si sente cercato solo nei “giorni fertili” e potrebbe viversela come una prestazione da compiere. Accade cosi che questo periodo possa trasformarsi in un ennesimo problema da dover affrontare anziché essere un momento da potersi godere nella sua totalità”.
Cosa fare allora?
“Bisogna intanto essere consapevoli che i primi mesi di tentativi sono considerati, in genere, il tempo di prova minimo, per cui non ha senso preoccuparsi, precisa l’esperta. Passati poi sei mesi, un anno (soprattutto se si ha 35 anni o più), se il bambino non arriva – prosegue la Dr.ssa Faustini – è sicuramente consigliabile fare gli esami di base per capire se qualcosa non va. Nel frattempo è importante aumentare la frequenza dei rapporti inclusi quelli che non rientrano nei giorni fertili. Sapere che la donna ha più probabilità di rimanere incinta solo in alcuni giorni del ciclo mestruale, può essere liberatorio per alcune coppie che così possono avere i giorni restanti liberi per fare l’amore senza l’ansia del concepimento.
La psicoterapeuta conclude infine sottolineando che è importante anche distrarsi, consapevoli che ansia e stress non giocano a nostro favore. Questo, sottolinea la dottoressa, non significa che lo stress renda infertili, ma può contribuire senz’altro a ritardare fisiologicamente l’ottenimento della gravidanza. Distrarsi, infatti, significa anche ritagliarsi del tempo per dedicarsi a qualcosa di creativo, a qualcosa che aiuti a liberare la mente dal pensiero del bambino che non arriva, come un viaggio da fare in coppia, un’attività personale che alleggerisca corpo e mente oppure un progetto rimasto nel cassetto”.